LEGGERE DEL RACCONTO, LEGGERSI NEL RACCONTO,
OPPURE LEGGERSI
ATTRAVERSO IL RACCONTARSI
Sei
uno sciocco e non sai niente di Fantasia.
E’
il mondo della fantasia umana.
Ogni
suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni
e
dalle speranze dell’umanità e quindi Fantasia non può avere confini.
dal film: “La
storia infinita”
Leggere ha a che fare sempre con il noi, anche se
leggiamo da soli in silenzio in una stanza siamo più di uno, c’è l’autore che
ha scritto il libro, ci siamo noi che abbiamo deciso di leggerlo, c’è un
racconto che non ci appartiene, ma che presto entrerà nella nostra esistenza,
ed in quella solitaria stanza presto avverrà un incontro tra personaggi,
personaggi scritti e personaggi in noi che verranno richiamati alla luce della
lettura, alla luce della coscienza, alcuni chiari, altri sfumati, altri ancora
indefiniti, talmente indefiniti che ci sarà bisogno di incamminarsi per andarli
a conoscere e così aprire nuove avventure con loro.
Spesso si pensa che ciò che è scritto su di un libro
fa parte del libro: certamente è così! Un libro è un libro e dentro di sé ha
migliaia e migliaia di parole, di frasi, di modi di dire, di virgole e punti,
nomi di persone, città ed animali, ma un libro non ha nessun senso se non trova
occhi che vi si poggino sopra.
Quando questo accade, le parole risuonano, fanno
vibrare emozioni, sensazioni, personaggi che appartengono al lettore, ai
lettori, anche se nella stanza si è soli. Un libro è come un fascio di luce che
illumina una storia che già abbiamo, indica il percorso per darle vita e
poterla attraversare da la consapevolezza che quella storia è possibile.
Leggere parte da un assetto mentale che accetta di
essere attraversati da quella lettura, di farsi e lasciarsi eccitare, scoprire
e vestire; leggere ha un qualche cosa di erotico quando diviene vivo, per dirla
alla Recalcati: ma che cosa accade a scuola, quando la lettura ha solo o
essenzialmente la funzione di controllare se leggi bene, con scarsa importanza
a che cosa leggi, perché la leggi, come la vivi quella lettura? Al posto di
tutto ciò, viene messa quella modalità primitiva e alienante di valutare e
generare potere che si chiama voto, ed allora non è più la lettura ad essere
importante, l’amore per la lettura si è trasformato in un idolo e il voto ne è
la misura; si passa così da un assoluto personalizzato, per un relativo
idolatra tra chi è più o chi è meno: valgo più o di meno di …, oppure ancor
peggio non sono tanto scarso quanto…; una istituzionalizzazione dell’emarginalizzazione
dell’altro e di se stessi da nascondere come difetto.
Attualmente si insegna a vivere il presente, senza
memoria da dove si è partiti e senza un progetto di futuro di quel vogliamo
divenire, senza possibilità di cambiamento siamo spinti a vivere il momento, la
gloria del podio ambito, dove qualcuno ci premierà con una medaglia. Così si
perde il significato e il senso della nostra vita, si delega ad altri
l’esistenza e ci si affida ad un infantilismo perenne.
Dare senso alla propria esistenza parte da molto
presto, anche e soprattutto all’interno della scuola, dare senso vuol dire
avere la pienezza dell’esserci, di essere protagonista e non spettatore
dell’essere se stesso. Questo percorso di ricerca del senso dura tutta la vita,
ed è bene iniziarlo da molto piccoli e la lettura, ossia il leggersi attraverso
il raccontarsi è un’ottima modalità per raggiungere e avanzare nella maturità
psicologica.
Perché quanto sopra avvenga, c’è bisogno di libri
interessanti, di racconti coinvolgenti, di libri che parlino alle diversità di
ogni bambino alle diversità che esistono anche nello stesso bambino.
Non servono libri usa e getta, libri scolastici che
ogni anno vanno cambiati asservendo gli allievi all’istituzione e al business
editoriale, anzi i migliori libri sono quelli scritti dagli stessi bambini,
magari con gruppi di lavoro, gruppi di ricerca, con un lavoro d’integrazione
che da senso collettivo a quello che si sta facendo.
Vivere la lettura come un’avventura, sentirsi
partecipe non solo al presente del brano che si sta leggendo, ma dell’intero
racconto tenendo contemporaneamente presente ciò che avviene, con ciò che è
avvenuto e cercando un senso per ciò che potrebbe avvenire, vivendo
l’incertezza e il timore di rimanere bloccato, trasformando uno stallo come
occasione d’avventura per uscirne fuori.
Leggersi attraverso il raccontarsi fa prendere
consapevolezza e sviluppa la mente alla ricerca, alla curiosità, alla
riflessione, alla conoscenza del proprio mondo e modo in relazione con quello
degli altri, la lettura coinvolta diviene compartecipe di quanto qualcuno ha
scritto, stimola l’immaginazione, fa vivere consapevolmente le emozioni, le
ansie, i desideri, facendo aumentare la fiducia in se stessi.
Un libro, anche se di buona fattura e composizione,
non è nulla se non entra in relazione con un essere umano che non solo lo
legga, ma che lo viva, proprio perché quel libro è stato concepito per esseri
viventi e per essere vivo.
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