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LEGGERE DEL RACCONTO, LEGGERSI NEL RACCONTO,

 OPPURE LEGGERSI ATTRAVERSO IL RACCONTARSI

 Dott. Alberto Stilgenbauer




 

Sei uno sciocco e non sai niente di Fantasia.

E’ il mondo della fantasia umana.

Ogni suo elemento, ogni sua creatura scaturisce dai sogni

e dalle speranze dell’umanità e quindi Fantasia non può avere confini.

dal film: “La storia infinita”

 

 

Leggere ha a che fare sempre con il noi, anche se leggiamo da soli in silenzio in una stanza siamo più di uno, c’è l’autore che ha scritto il libro, ci siamo noi che abbiamo deciso di leggerlo, c’è un racconto che non ci appartiene, ma che presto entrerà nella nostra esistenza, ed in quella solitaria stanza presto avverrà un incontro tra personaggi, personaggi scritti e personaggi in noi che verranno richiamati alla luce della lettura, alla luce della coscienza, alcuni chiari, altri sfumati, altri ancora indefiniti, talmente indefiniti che ci sarà bisogno di incamminarsi per andarli a conoscere e così aprire nuove avventure con loro.

Spesso si pensa che ciò che è scritto su di un libro fa parte del libro: certamente è così! Un libro è un libro e dentro di sé ha migliaia e migliaia di parole, di frasi, di modi di dire, di virgole e punti, nomi di persone, città ed animali, ma un libro non ha nessun senso se non trova occhi che vi si poggino sopra.

Quando questo accade, le parole risuonano, fanno vibrare emozioni, sensazioni, personaggi che appartengono al lettore, ai lettori, anche se nella stanza si è soli. Un libro è come un fascio di luce che illumina una storia che già abbiamo, indica il percorso per darle vita e poterla attraversare da la consapevolezza che quella storia è possibile.

Leggere parte da un assetto mentale che accetta di essere attraversati da quella lettura, di farsi e lasciarsi eccitare, scoprire e vestire; leggere ha un qualche cosa di erotico quando diviene vivo, per dirla alla Recalcati: ma che cosa accade a scuola, quando la lettura ha solo o essenzialmente la funzione di controllare se leggi bene, con scarsa importanza a che cosa leggi, perché la leggi, come la vivi quella lettura? Al posto di tutto ciò, viene messa quella modalità primitiva e alienante di valutare e generare potere che si chiama voto, ed allora non è più la lettura ad essere importante, l’amore per la lettura si è trasformato in un idolo e il voto ne è la misura; si passa così da un assoluto personalizzato, per un relativo idolatra tra chi è più o chi è meno: valgo più o di meno di …, oppure ancor peggio non sono tanto scarso quanto…; una istituzionalizzazione dell’emarginalizzazione dell’altro e di se stessi da nascondere come difetto.

Attualmente si insegna a vivere il presente, senza memoria da dove si è partiti e senza un progetto di futuro di quel vogliamo divenire, senza possibilità di cambiamento siamo spinti a vivere il momento, la gloria del podio ambito, dove qualcuno ci premierà con una medaglia. Così si perde il significato e il senso della nostra vita, si delega ad altri l’esistenza e ci si affida ad un infantilismo perenne.

Dare senso alla propria esistenza parte da molto presto, anche e soprattutto all’interno della scuola, dare senso vuol dire avere la pienezza dell’esserci, di essere protagonista e non spettatore dell’essere se stesso. Questo percorso di ricerca del senso dura tutta la vita, ed è bene iniziarlo da molto piccoli e la lettura, ossia il leggersi attraverso il raccontarsi è un’ottima modalità per raggiungere e avanzare nella maturità psicologica.

Perché quanto sopra avvenga, c’è bisogno di libri interessanti, di racconti coinvolgenti, di libri che parlino alle diversità di ogni bambino alle diversità che esistono anche nello stesso bambino.

Non servono libri usa e getta, libri scolastici che ogni anno vanno cambiati asservendo gli allievi all’istituzione e al business editoriale, anzi i migliori libri sono quelli scritti dagli stessi bambini, magari con gruppi di lavoro, gruppi di ricerca, con un lavoro d’integrazione che da senso collettivo a quello che si sta facendo.

Vivere la lettura come un’avventura, sentirsi partecipe non solo al presente del brano che si sta leggendo, ma dell’intero racconto tenendo contemporaneamente presente ciò che avviene, con ciò che è avvenuto e cercando un senso per ciò che potrebbe avvenire, vivendo l’incertezza e il timore di rimanere bloccato, trasformando uno stallo come occasione d’avventura per uscirne fuori.

Leggersi attraverso il raccontarsi fa prendere consapevolezza e sviluppa la mente alla ricerca, alla curiosità, alla riflessione, alla conoscenza del proprio mondo e modo in relazione con quello degli altri, la lettura coinvolta diviene compartecipe di quanto qualcuno ha scritto, stimola l’immaginazione, fa vivere consapevolmente le emozioni, le ansie, i desideri, facendo aumentare la fiducia in se stessi.

Un libro, anche se di buona fattura e composizione, non è nulla se non entra in relazione con un essere umano che non solo lo legga, ma che lo viva, proprio perché quel libro è stato concepito per esseri viventi e per essere vivo.

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